L’ennesimo episodio di razzismo, stavolta a Napoli e ad opera di un gruppo di ragazzini, spiega meglio di ogni altra dichiarazione, il motivo per il quale ho ritenuto di non partecipare al saluto al ministro dell’interno presente a Siracusa domenica con il suo “TOUR ESTATE ITALIANA”.
Fermo restando il supporto, fondamentale, offerto e garantito dalla città attraverso il corpo di polizia municipale, la visita aveva carattere politico e non istituzionale.
Ho ascoltato, non senza un certo sgomento, il comizio del nostro ministro dell’interno attraverso le dirette Facebook.
Li, accanto alle sacre pietre di una delle più antiche testimonianze di tempio dorico d’occidente, i presenti sono stati blanditi con la retorica della famiglia tradizionale, dell’immigrato stupratore e, dulcis in fundo, con un rosario baciato più volte ed esibito come un’arma da fuoco.
Tutto questo non ha nulla a che fare con le istituzioni, con la fede cristiana e con i valori della nostra costituzione.
Non ha nulla a che fare con la fascia che mi onoro di indossare, con i servitori dello stato che hanno sacrificato le proprie vite per il nostro Paese e con quell’idea di politica come “servizio” a cui Papa Francesco spesso fa riferimento.
Chiunque semina odio, divisione, paura è nemico dei nostri giovani e del nostro futuro.
#maiconsalvini